1) Ciao Basket Sole, come va la tua estate?
Molto bene, grazie. Mi sto muovendo per organizzare la nostra terza stagione di vita. Con passo da montagna: corto e sicuro.
2) Che mercato è per te?
Per me è molto diverso rispetto agli altri due che ho vissuto. Nel primo, non mi conosceva nessuno, molti ragazzi vennero a giocare da me soprattutto per curiosità. Costruimmo due squadre di Prima Divisione, una per vincere il campionato. L'altra per vivere il basket nella maniera più spensierata possibile. Andò bene su entrambi i fronti. L'anno scorso, con almeno una stagione alla spalle, ero decisamente più conosciuto e "palpabile". Meno diffidenza, più fiducia. Adesso mi conoscono più o meno tutti. E questo facilita i rapporti. Tante chiacchierate, tanti punti della situazione, tante amicizie avviate e da coltivare.
3) La tua nuova squadra a che punto è?
Non saprei. Ho una decina di giocatori sicuri e diversi contatti avviati. Oggi è impossibile dire che squadra sarà il Basket Sole il 12 ottobre, giorno del debutto in campionato. Comunque competitiva e vogliosa di emergere. Questo per me è tutto: le qualità tecniche contano, ma non sono tutto.
4) E in generale, che mercato è?
Un mercato un po' depresso. Inutile nascondere che aver perso la LegaDue a Piacenza abbia rappresentato una "brutta botta" per tutto il nostro movimento. Ci stavamo abituando tutti al grande basket. Ora rimane una serie B2 col Bakery che rappresenta comunque un grande patrimonio, da salvaguardare. E poi c'è l'Ucp, che mi auguro possa ripartire nel migliore dei modi. In generale, è un mercato a fari spenti, dove le cose girano molto lentamente. In giro, avverto timore e paura per un futuro che non dà certezze.
5) Perchè?
Il discorso è semplice. Le società sportive vanno avanti con gli sponsor e oggi gli sponsor sono sempre di meno e sempre più in difficoltà a sostenere lo sport. Ma questo non significa certo la morte del basket e dello sport in genere. Si tratta di abituarsi a un mondo con sempre meno soldi e sempre più sforzi per partorire idee vincenti.
6) E i giocatori?
Sono la parte più fragile del sistema. In generale, mi trovo a che fare con ragazzi intelligenti, che capiscono al volo il momento. I famosi rimborsi spese ormai sono in via di estinzione, una rarità. Le società che sono in grado di assicurarli sono sempre di meno. Quasi nessuno nelle categorie più basse, ma adesso anche in serie D e C2. Serve tanta passione da parte di tutti. I dirigenti si fanno il "mazzo" e chiedono sempre di più ai giocatori di legarsi alla maglia e a un ideale. Chi cerca di fare del semi-professionismo a questi livelli o pesca il jolly oppure gioca per passione pura, come è giusto che sia.
7) Il futuro a breve: tre cose da fare entro i prossimi mesi?
La prima: radicare la prima squadra in Promozione, facendo in modo di aumentare la sua competitività, perchè vincere piace a tutti. In pratica, raggiungere la serie D con soli giocatori piacentini, quasi tutti Under 25: il futuro è questo. La seconda: dare nuovo brio al nostro settore giovanile. Ci lasciamo alle spalle l'anno zero, ora cominciamo a intensificare l'impegno. La terza: continuare a coltivare quello spirito di squadra che deve per forza toccare tutte le persone della nostra piccola comunità: dirigenti,.giocatori, allenatori, minicestisti e genitori. Il vero spirito di squadra secondo me è a 360 gradi.
8) Il futuro a lungo termine: dove sarà il Basket Sole tra dieci anni?
Avverto tutti i giorni una spiccata sensazione di precarietà e di instabilità. Ecco, io - nel mio microcosmo - voglio combatterla a tutti i costi. Provare a dare stabilità alla nostra base. Scegliendo il basso profilo, puntando tutto sul volontariato e provando a far lavorare al massimo il cervello. In un'epoca in cui gli sponsor sono merce rara, questa è l'unica strada per sopravvivere. Il Basket Sole tra dieci anni conta di esserci ancora. Nel frattempo, l'obiettivo è quello di dare a più ragazzi possibile l'opportunità di giocare a basket nel pieno della dignità. Che significa: cura dei dettagli, assistenza medica, rispetto delle regole e del codice etico, il nostro punto di partenza.
9) Il più grande rammarico finora? E la più grande soddisfazione?
Il più grande rammarico è quando un giocatore smette di giocare. Per qualsiasi motivo. Di base, ci troviamo di fronte a una gioventù buona d'animo, ma molto fragile, che va costantemente incentivata e incoraggiata. Io, in questa direzione, finora ho avuto a che fare con ragazzi d'oro. La più grande soddisfazione è scoprire uno spogliatoio che funziona, un ragazzo che ti ringrazia per avergli dato l'opportunità di divertirsi giocando a basket, un bambino che in palestra si scatena e che poi a casa continua a fare canestro dappertutto, nei vasi, nei portaombrelli, nei bicchieri.
10) Caro Basket Sole, che colori vedi all'orizzonte?
Naturalmente il rosso e il blu. Il rosso della passione. Perchè tutto quello che facciamo al Basket Sole è animato da una grande passione. Non esistono mezze misure, tutto viene fatto al massimo dell'intensità. E il blu della serenità. Nessun medico ci ha ordinato di fare basket, ma il basket è uno straordinario veicolo di aggregazione, di divertimento e di serenità. Questi sono i nostri principi: il giorno in cui ci accorgeremo che non faremo più le cose colorate di rosso e di blu, il Basket Sole non avrà più ragione di esistere.