A SAN LAZZARO IL BASKET SOLE FA SOFFRIRE IL CARPI SECONDA FORZA DEL CAMPIONATO, MA NON TROVA IL GUIZZO VINCENTE
FULMINE ROSA BASKET SOLE-NAZARENO CARPI 43-46
(6-14; 18-24; 31-36)
FULMINE ROSA BASKET SOLE: Ghizzoni 9, Aurino 8, Botteri 3, Milanese 11, Paini ne, Nesca 11, Malon 1, Bosi, El Agbani ne, Fornasari, Cavallini. All. Lavezzi, Scherz.
PIACENZA - L'alba del 2018 resta senza sorriso per il Fulmine Rosa, che a San Lazzaro, di fronte al Nazareno Carpi, incassa la seconda sconfitta consecutiva.
Ma stavolta, rispetto alla cervellotica sconfitta di Bologna contro la Libertas, terz'ultima della classe, il Basket Sole rialza la testa, lotta alla grande, fa soffrire la seconda forza del campionato, salvo poi non riuscire a trovare il guizzo vincente in un finale gomito a gomito.
Prestazione di livello decisamente superiore rispetto alla trasferta felsinea, soprattutto a livello di energie mentali, dimostrando una volta ancora che capacità e qualità non mancano. Piuttosto, rimane un difetto ormai storico: questo Fulmine Rosa si adatta sempre e comunque all'avversario che ha di fronte, sia esso di prima o di ultima fascia. Imporre il proprio ritmo, insomma, impresa fin qui riuscita quasi mai, rimane la sfida di un girone di ritorno che per le rossoblù comincerà venerdì prossimo a Finale Emilia, sul campo dell'imbattuta capolista.
LA PARTITA - E' un perenne inseguimento, durato dall'inizio alla fine, col Carpi costantemente avanti, mai in grado di dare la spallata vincente, costretto a soffrire fino all'ultimo pallone.
Il Fulmine Rosa, dopo un avvio che rappresenta un inno alla timidezza, si dà una mossa su entrambi i lati del campo. E così, mentre fa collezione di tiri dalla lunetta, dall'altra parte concede il minimo sindacale a un attacco che non riuscirà ad andare oltre il muro dei 46 punti.
Comunque sufficienti per salvare la pelle su un parquet dove il Fulmine Rosa lascerà anche l'ultima energia, fisica e mentale. Applausi alla generosità e alla combattività delle ragazze. E ora si torna in palestra per inseguire qualche soluzione offensiva alternativa al triangolo Nesca-Milanese-Ghizzoni, provando magari ad innescare maggiormente un ritmo spesso compassato, dove gli avversari trovano terreno fertile per colpire.
FULMINE ROSA BASKET SOLE-NAZARENO CARPI 43-46
(6-14; 18-24; 31-36)
FULMINE ROSA BASKET SOLE: Ghizzoni 9, Aurino 8, Botteri 3, Milanese 11, Paini ne, Nesca 11, Malon 1, Bosi, El Agbani ne, Fornasari, Cavallini. All. Lavezzi, Scherz.
PIACENZA - L'alba del 2018 resta senza sorriso per il Fulmine Rosa, che a San Lazzaro, di fronte al Nazareno Carpi, incassa la seconda sconfitta consecutiva.
Ma stavolta, rispetto alla cervellotica sconfitta di Bologna contro la Libertas, terz'ultima della classe, il Basket Sole rialza la testa, lotta alla grande, fa soffrire la seconda forza del campionato, salvo poi non riuscire a trovare il guizzo vincente in un finale gomito a gomito.
Prestazione di livello decisamente superiore rispetto alla trasferta felsinea, soprattutto a livello di energie mentali, dimostrando una volta ancora che capacità e qualità non mancano. Piuttosto, rimane un difetto ormai storico: questo Fulmine Rosa si adatta sempre e comunque all'avversario che ha di fronte, sia esso di prima o di ultima fascia. Imporre il proprio ritmo, insomma, impresa fin qui riuscita quasi mai, rimane la sfida di un girone di ritorno che per le rossoblù comincerà venerdì prossimo a Finale Emilia, sul campo dell'imbattuta capolista.
LA PARTITA - E' un perenne inseguimento, durato dall'inizio alla fine, col Carpi costantemente avanti, mai in grado di dare la spallata vincente, costretto a soffrire fino all'ultimo pallone.
Il Fulmine Rosa, dopo un avvio che rappresenta un inno alla timidezza, si dà una mossa su entrambi i lati del campo. E così, mentre fa collezione di tiri dalla lunetta, dall'altra parte concede il minimo sindacale a un attacco che non riuscirà ad andare oltre il muro dei 46 punti.
Comunque sufficienti per salvare la pelle su un parquet dove il Fulmine Rosa lascerà anche l'ultima energia, fisica e mentale. Applausi alla generosità e alla combattività delle ragazze. E ora si torna in palestra per inseguire qualche soluzione offensiva alternativa al triangolo Nesca-Milanese-Ghizzoni, provando magari ad innescare maggiormente un ritmo spesso compassato, dove gli avversari trovano terreno fertile per colpire.